Editoriale
I nostri primi 10 anni…
Correva l’anno 1995, si potrebbe dire usando un lessico aulico, quando un gruppo di persone, tra cui il vostro redattore, decise che era giunto il momento in cui anche le auto ecologiche – e l’industria conseguente – dovessero avere una loro voce e potessero rivolgersi a pubblico e istituzioni per informare e creare un dibattito sul mondo del gas per autotrazione. In effetti l’obiettivo – il target direbbero i pubblicitari d’assalto – era mirato alle auto a gas ed il titolo della rivista era il suo programma: A tutto Gas News, e non potevano esserci dubbi in merito. Non va dimenticato che erano tempi bui: quando uscì il primo numero della rivista (5 settembre 1995) era ancora in vigore il famigerato superbollo che penalizzava le auto a gas. Il settore era molto frastagliato, le normative tecniche da aggiornare rispetto a quelle internazionali, la rete di distribuzione non all’altezza, le installazioni andavano a rilento e le associazioni del settore muovevano con difficoltà i primi passi. In una parola il settore era in crisi.
Che novità!, si potrebbe dire, ma l’uscita del primo numero della rivista fu di buon auspicio: il 27 settembre 1995 il Consiglio dei Ministri di allora decise una parziale abolizione del superbollo, per le auto più recenti. Non vogliamo vantare vecchi meriti, ma ricordiamo il messaggio molto chiaro che lanciammo quando spedimmo la rivista a tutti i parlamentari: attenzione, ogni auto a gas – ne circolavano oltre un milione - è in famiglia e ogni famiglia si porta 3 voti. Ergo, esiste un partito trasversale di automobilisti a gas…
Da allora molta acqua è passata sotto i ponti. L’abolizione definitiva del superbollo non fu un’operazione semplice: la nostra rivista fu promotrice di una petizione e furono raccolte oltre 100.000 firme. Poi lunghe lotte per poter parcheggiare le auto nelle autorimesse interrate – battaglia vinta dopo 7 anni! - ed ancora sulla sicurezza dell’impianto a gas, la riqualificazione delle officine e… tanto altro ancora. Abbiamo informato, siamo stati in prima linea per promuovere l’utilizzo del gas e diffondere le nuove tecnologie per la mobilità sostenibile. Ciò nel difficile contesto di un mercato automotive europeo fortemente condizionato dalle Grandi Case – automobilistiche e petrolifere – il cui obiettivo era (lo è ancora) vendere, vendere, vendere…
La rivista nel frattempo si è internazionalizzata, con i testi anche in lingua inglese e, con il nuovo nome da gennaio 2003, ha maggiormente accentuato il suo ruolo informativo su tutta la mobilità ecologica. I temi ambientali e politici si sono allargati e, per fortuna, anche il consenso al nostro lavoro è accresciuto passando da 15.000 copie a 55.000.
E adesso i problemi sono risolti? Non tutti purtroppo!
Non siamo ancora soddisfatti. Siamo di fronte ad una certa classe politica che sembra non comprendere, non solo i problemi del settore, ma lo stesso ruolo strategico che investe la mobilità pulita. Sono in vigore blocchi alla circolazione che prevedono l’uso solo delle auto a gas, ma i carburanti puliti sono inutilmente tassati più di ogni altro paese europeo, dove non ci sono blocchi. Sono in vigore incentivi per chi compra o trasforma un’auto a gas, ma i soldi finiscono subito e il rifinanziamento tarda sempre troppo. I comuni raccomandano di utilizzare veicoli a gas, ma le auto comunali circolano alimentate con i carburanti tradizionali (anche durante i blocchi). Il prezzo dei carburanti puliti non è in funzione della loro valenza ambientale, ma delle imposte. Ancora il settore è in crisi e l’informazione e la comunicazione è quanto mai necessaria. Il lavoro che ci aspetta è impegnativo ed il futuro incerto, ma noi siamo inguaribili ottimisti e… abbiamo altri 10 anni di tempo fino al prossimo anniversario.
Ugo Nazzarro
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