Editoriale
Ansia
da Incentivi …
Nel
panorama psichiatrico umano sono tante le ansie o le
sindromi da annoverare. Ci sono quelle per il capo rompiscatole,
quelle da “prestazioni”, quelle da stress lavorativo
o vacanziero ed altre universalmente note.
Di
recente il popolo italiano sembra afflitto da una nuova,
emergente e, per tanti versi, devastante ansia: quella
da incentivi. Essa si manifesta appena qualche politico a caccia di consensi accenna alla possibilità di contributi per la trasformazione o l’acquisto di auto a gas o, in generale, per l’uso di veicoli ecologici. I soggetti comunemente colpiti sono quegli automobilisti che dovendo utilizzare la propria auto per lavoro o per necessità,
non volendo o potendo rottamare, restano lì,
fermi e attoniti, in attesa di notizie, chiarimenti
e soldi per andare avanti.
Poi
accade che i soldi non arrivano. Oppure, guarda caso,
gli incentivi agevolano tutti meno che la propria auto,
ovvero i fondi si esauriscano il giorno prima del collaudo
o, catastrofe, il proprio comune non ha espletato l’iter burocratico ed è fuori
dal circolo virtuoso.
I
sintomi sono: assillante ricerca
sui giornali di notizie in merito, continue telefonate
alle associazioni o ai giornali tecnici per rassicurazioni
o ragguagli, insistenti visite alle officine di installazione
per trovare un rimasuglio di incentivo rimasto inevaso.
E l’ansia cresce innestando altri devastanti effetti
collaterali.Tra i quali: rallentamento delle trasformazioni
e conseguente crisi di un settore, mancando il quale
non ci sarebbe, poi, più nulla da incentivare; soste forzate del proprio
veicolo bloccato da provvedimenti locali contro l’inquinamento.
Ma, più grave, l’aumento della pressione economica sui
consumi dell’ auto in aggiunta al prezzo, in crescita
esponenziale, dei carburanti tradizionali.
La
cura? Semplice e non farmacologica: il calcolo matematico. È consuetudine dire che la matematica non è un’opinione, quindi
seguiteci nel ragionamento.
Consideriamo
un’auto di media cilindrata che percorre 24.000 chilometri all’anno,
2.000 chilometri/mese. Ipotizziamo un consumo di 10 chilometri
con un litro di benzina: il nostro "automobilista
tipo" consumerà, 200
litri di benzina/mese che, moltiplicati per il prezzo
di 1,35 Euro/litro (31 ottobre), danno una spesa di 270
Euro, che sarebbero 132 usando il GPL (a 0,60 euro/litro)
o 92,40 viaggiando a metano (prezzo di 0,70 Euro al Kg).
Quindi, ogni mese di utilizzo del GPL il nostro automobilista
risparmierebbe Euro 138 e utilizzando il metano, Euro
177,60.
Quindi
se il nostro "automobilista tipo" non fosse stato
colpito dalla sindrome
da incentivi, avrebbe
già risparmiato ad oggi 828 Euro a GPL o 1.065,60 a metano
se avesse trasformato la propria auto 6 mesi fa quando
terminarono i fondi. In altre parole per aspettare un contributo di 650 euro ne ha persi 828 o 1066.
Non
credo si debba aggiungere altro: chi è stato colpito dall’ansia ed aspetta ancora faccia subito i suoi calcoli. Certo, gli incentivi sono utili e possono fare ulteriormente risparmiare, ma l’utilizzo del gas come carburante è ecologico
ed economico comunque, ansia a parte.
Ugo Nazzarro
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